Libri salvati 2024. Letture ‘scomode’ per non dimenticare
La Biblioteca partecipa alla sesta edizione di “Libri salvati” promossa dalla Associazione italiana biblioteche (AIB) nella settimana dal 6 al 12 maggio 2024 per ricordare il Bücherverbrennungen. L’iniziativa rientra nel “Maggio dei libri” del Centro per il Libro e la Lettura
Il 10 maggio 1933 nella piazza del Teatro dell’Opera di Berlino finivano al rogo oltre 25.000 libri di autori sgraditi al nazismo. L’incendio, che vide coinvolti molti studenti tedeschi, e svuotate le biblioteche delle principali università, fu il più grande tra quelli organizzati in 34 città della Germania dal ministro della Propaganda del Terzo Reich, Joseph Goebbles.
Vennero così dati alle fiamme i libri di alcuni dei maggiori intellettuali del tempo, tra cui Walter Benjamin, Bertolt Brecht, Charles Darwin, Albert Einstein, André Gide, Ernest Hemingway, Hermann Hesse, James Joyce, Franz Kafka, Jack London, Vladimir Majakovskij , Thomas Mann, Karl Marx, Marcel Proust, Joseph Roth, Arthur Schnitzler e tanti altri.
La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ricorda il Bücherverbrennungen, i roghi di libri avvenuti nel 1933 in Germania, con alcune tra le prime edizioni italiane di opere di scrittori stranieri che furono oggetto della furia del fuoco o comunque di censura.
Diversi tra gli autori censurati vengono tradotti in italiano negli anni Trenta del Novecento da Annie Gillot Lami. Si tratta perlopiù di edizioni che acquisivano allora ai cataloghi italiani – spesso per la prima volta – scrittori ritenuti ‘scomodi’. Il pozzo della solitudine (“The well of Loneliness”) di Radclyffe Hall esce per Modernissima nel 1930 nella traduzione di Lami, facendo così approdare in Italia in pieno fascismo l’opera (uscita nel 1928) che era costata all’autrice un processo per atti osceni a causa della tematica lesbica affrontata. Al 1932 data la sua traduzione de La stirpe di Adamo di Hall per la milanese Corbaccio.
Ancora nel 1930 Lami traduce dal tedesco la prima edizione italiana dei Buddenbrook di Thomas Mann. Sua ancora la traduzione del romanzo Estasi (1935) di John Cowper Powys, noto per le sue posizioni antifasciste. A doppia firma sua e di Adriano Lami anche la versione di Avventura (“Adventure”) di Jack London edita da Treves nel 1933, così come la prima traduzione italiana di Gente di Dublino (“Dubliners”)di James Joyce nel 1933 per Corbaccio.
È dalle prefazioni di Avventura di Jack London e de Il pozzo della solitudine di Radclyffe Hall che citiamo alcuni brani, leggendoli in nome del valore della libertà di espressione e del contrasto alle forme di cancellazione della memoria registrata.
Un minuto di lettura per brano, per non dimenticare.
Da Jack London, Avventura, Milano, Treves 1933, prefazione:
“Jack London è popolarmente ammirato assai più dei classici che si leggono nelle scuole; e anche ciò è naturalissimo. I libri che formano la delizia d’intere generazioni non sono quelli, di solito, che il maestro commenta dall’alto della cattedra, ma quelli che gli alunni si portano di nascosto, per adocchiarli di sotto al banco, con la fretta di finire un capitolo e di soddisfare un’impaziente curiosità. In processo di tempo verrà poi la riflessione di più tardi lettori a smorzare gli entusiasmi eccessivi, a insegnare le revisioni necessarie, a mostrare “ciò che non muore e ciò che può morire” nell’arte di uno scrittore già molto ricercato e celebrato. Ma dell’opera di Jack London si può fondatamente pensare fin d’ora che molte parti siano di quelle che non cadono facilmente dalla memoria degli uomini.”
Da Radclyffe Hall, Il pozzo della solitudine. Romanzo; prima versione italiana dall’inglese di Annie Lami, Milano, Modernissima [1930], Nota dell’editore:
“È bene ripetere che, compito della nostra collezione “Scrittori di tutto il mondo”, la cui direzione non a caso affidammo al maggiore traduttore e divulgatore di opere straniere in Italia, è di mettere i lettori italiani al corrente delle espressioni più significative della letteratura d’Europa e d’America, attraverso alla forma d’arte più completa e più aderente alla vita, il romanzo; e non per dar soltanto il godimento spirituale che dà ogni creazione veramente artistica, ma per raggiungere, attraverso ad essa, una più profonda ed ampia conoscenza della vita intellettuale, morale e civile delle diverse razze e delle diverse nazionalità, preoccupandoci di dare, accanto alle creazioni più alte del genio contemporaneo, quelle opere che, pur rimanendo sempre ad un alto livello artistico, riflettano, comunque, anche uno solo degli infiniti aspetti della vita e dell’anima umana.
Si è dunque per la sua singolare potenza artistica, che non esitiamo pubblicare Il pozzo della solitudine, senza menomamente preoccuparci del suo scabroso conturbante tema.”
Scopri qui le traduzioni di Annie Lami presenti in BNCF.
Collegamenti esterni:
AIB – Libri salvati 2024, rassegna annuale di letture pubbliche per ricordare il Bücherverbrennungen