
Conclusa la catalogazione di duemila opuscoli di Statistiche giudiziarie del XIX-XX secolo
Il personale delle Sale di Consultazione ha completato la catalogazione dei circa duemila opuscoli di Statistiche giudiziarie pubblicati tra l’ultimo ventennio del XIX secolo e l’ultimo ventennio del XX secolo conservati nel settore pubblicazioni minori (cosiddetto Gruppi) e consultabili presso le Sale di Consultazione.
Non sien le genti, ancor, troppo sicure
a giudicar, sì come quei che stima
le biade in campo pria che sien mature;
ch’i’ ho veduto tutto ’l verno prima
lo prun mostrarsi rigido e feroce,
poscia portar la rosa in su la cima;
(Dante, Paradiso, canto XIII)
Il personale delle Sale di Consultazione ha completato la catalogazione dei circa duemila opuscoli di Statistiche giudiziarie pubblicati tra l’ultimo ventennio del XIX secolo e l’ultimo ventennio del XX secolo conservati nel settore pubblicazioni minori (cosiddetto Gruppi) e consultabili presso le Sale di Consultazione.
Le statistiche giudiziarie sono pubblicazioni ufficiali e riportano dati quantitativi relativi all’attività giudiziaria: numero dei procedimenti, tipologie di reati, numero di imputati, condanne, fasi processuali, durata dei processi, etc. Sono prodotte da enti governativi, tra cui la Direzione Generale di Statistica, Ministero di Grazia e Giustizia, con l’obiettivo di restituire un’immagine dell’efficienza, dell’attività e dell’andamento della giustizia e fornire all’amministrazione statale dati utili da diffondere, anche a livello internazionale, e da utilizzare per impostare realistiche riforme dello Stato.
Nella prima metà del Novecento, la redazione di statistiche riguarda sia la giustizia penale che quella civile e commerciale, in alcuni casi anche la statistica notarile; si tratta di documenti prodotti perlopiù annualmente o relativamente a specifici anni (es. Statistica giudiziaria penale per l’anno 1900) e ogni pubblicazione è articolata in varie sezioni: parte narrativa (introduzione statistica, commenti) e parte numerica costituita da tabelle, prospetti, grafici. Il linguaggio è tecnico-statistico stemperato a tratti da modi di natura più letteraria.
Tali opuscoli erano pubblicati dalla Tipografia nazionale, o da tipografie statali /ministeriali, spesso con anni di ritardo tra l’anno di riferimento dei dati e la pubblicazione.
Si tratta di fonti preziose per gli studi storici in quanto riportano:
- analisi quantitative che informano in merito all’evoluzione del sistema giudiziario (es. incremento dei procedimenti, modifiche delle pene e dei tipi di reato);
- studi comparativi fra regioni e territori (quando i dati sono dettagliati territorialmente);
- valutazioni degli effetti delle riforme legislative (es. modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, l’istituzione del pretore etc.);
- studi sociali più ampi: correlazioni con criminalità, urbanizzazione, migrazione, crescita demografica, fenomeni economici.
Alcuni limiti da prendere in considerazione per questo tipo di fonte documentaria sono:
- il cambiamento dei criteri nella classificazione di delitti e reati;
- la copertura informativa territoriale non sempre uniforme, a seconda delle risposte più o meno accurate fornite dagli uffici giudiziari locali;
- l’indisponibilità dei dati: non sempre sono incluse tutte le tabelle;
- il ritardo nella pubblicazione;
- le condizioni del contesto storico (guerre, cambiamenti politici, crisi) possono incidere notevolmente sul risultato delle rilevazioni.
Questo tipo di pubblicazione è oggi rara da reperire ed è per questo motivo che la Biblioteca nazionale centrale di Firenze ha ritenuto opportuno catalogare l’intera sezione così da renderla facilmente accessibile.
Tra gli Istituti che possono conservare questo tipo di materiale sono le biblioteche nazionali centrali, quindi sia BNCF che BNCR, le biblioteche universitarie (Roma, Firenze, Milano, ecc.), la biblioteca dell’ISTAT, gli archivi di stato e quelli delle regioni.
Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre 2025