Acquistato un esemplare unico del 1526

La BNCF ha appena concluso l’acquisto in antiquariato dell’unico esemplare noto al mondo della “Laude delle belle donne perusine” di Camillo di Porti.

L’«amoroso giovane meser Camillo di Porti gentihomo Vicentino» compose l’opera in stanze, per omaggiare alcune dame della città umbra.
Il libro si articola in tre parti. Le prime settantacinque stanze, in terza rima, sono composte in lode di Ippolita Ranieri, Celantia Randoli, Margherita Baglioncella, Battista Baldeschi, Camilla Crispolti e altre dame, seguono diciannove stanze «de Meser Democrito, s.c. in laude de una de loro», e conclude la raccolta un capitolo, pure in terza rima, «in Lode de gli occhi della sua donna».

Il volume è rappresentativo di un certo tipo di letteratura popolare di gran moda nel Cinquecento ovvero testi stampati generalmente durante le feste di Carnevale e, di solito, destinati a un rapido oblio. Proprio durante il carnevale del 1526, il tipografo perugino Girolamo Cartolari pubblicò il volume di Porti, sopravvissuto soltanto in questa copia. Cartolari si rivolge direttamente «all’inclito lettore» nella prefazione al volume: illustra cioè le ragioni del contrasto di stile tra il dolce eloquio del Porti e quello del «selvaggio meser Democrito».

Oltre all’elegante frontespizio tipografico, orna il libro un’incisione, raffigurante il dio Amore tra i flutti, intento a tendere l’arco.

L’esemplare ha una provenienza illustre perché appartenne al bibliofilo inglese Richard Heber (1773-1833), noto per l’insaziabile desiderio di libri.
Là dove possibile, Heber si procurava tre copie di ogni tomo, una per mostrarla, una per usarla, una per prestarla: «no gentleman can be without three copies of a book: one for show, one for use, and one for borrowers».
A Heber risale con ogni verisimiglianza l’elegantissima legatura inglese in green morocco, con impressioni in oro e tagli dorati, splendidamente conservata.

Ultimo aggiornamento 24 Settembre 2024